Antonio Calabrese, “Le parole ritrovate” – il 7 marzo la presentazione

Presentazione del volume

Antonio Calabrese
Le parole ritrovate. Poesie in napoletano
 (Italic, 2017)
Giovedì 7 marzo 2019
alle ore 18
presso la sede dell’Associazione

Introduzione di
Antonia Lezza
Interventi di
Ariele D’Ambrosio
Rosa Troiano
Letture di
Gino Curcione
Lello Giulivo


Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo
Via Matteo Schilizzi, 16
80133 – Napoli
È gradito cenno di adesione
Info e contatti:
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338 6849257 / 331 7136510
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Le parole ritrovate della complessiva raccolta poetica di Antonio Calabrese sono quelle che si cercano ‘nel buio anfratto del cuore’ (‘dint’ ô cafuorchio d’ ‘o core’) e che il miracolo della poesia converte, secondo la bellissima immagine di Giuseppe Ungaretti, in ‘limpida meraviglia di un delirante fermento’. Esse si propongono con cristiana umiltà come umanamente fragili, ma a ben guardare risultano poeticamente indistruttibili. Sono con sublime semplicità piccole conchiglie al sole, bianche e lucenti (‘Cocciole’), sono impronte solo apparentemente labili di piedi scalzi sulla riva del mare (‘A piede scauze’), sono scogli immobili a cui ci si aggrappa con dolore nella fatica di vivere ma anche nuvole mobilissime che nello slancio della fantasia costringono come ‘il falco alto levato’ di Montale anche noi a guardare in alto con ‘occhi incantati’ (‘uocchie ncantate’) mentre leggiamo la sua ultima raccolta (‘Tra scuoglie e nuvole’). Resta, dopo la lettura, il sempre rinnovato desiderio di rileggere (e a questo proposito si invita il lettore a considerare le traduzioni italiane alla stregua di tersi vetri attraverso cui diventa più facile scorgere e apprezzare una bellissima lingua poetica napoletana). Resta soprattutto qualcosa che somiglia molto all’indimenticabile eloquenza di ‘un silenzio di fiori’ (‘nu silenzio ‘e sciure’) o alla muta meraviglia di ‘una scheggia d’oro vivo’ (‘na scarda d’oro vivo’) di un anfratto marino non meno misterioso di quello del cuore; restano in definitiva – e sono destinate a restare – ‘le parole della luce, la luce delle parole’ (”E pparole d’ ‘a luce, ‘a luce d’ ‘e pparole’), che sono l’inalienabile e il non quantificabile dono che Antonio Calabrese ci fa con la sua poesia.”
(Domenico Silvestri)

Antonio Calabrese, ingegnere, è nato nel 1932 a Napoli, dove ha sempre vissuto. Il mare è la cornice della sua attività professionale e della sua attenzione poetica. Ha pubblicato le raccolte Cocciole, premessa di Romualdo Morrone, Colonnese Editore, Napoli 1989, A piede scauze, con prefazione di Max Vajro, Casa Editrice Fausto Fiorentino, Napoli 1998, Tra scueglie e nuvole. 40 poesie illustrate dall’autore, commentate in appendice da Domenico Silvestri, Grimaldi & C. Editori, Napoli 2011, qui per la prima volta riunite in un unico volume.