Segnalazioni Volumi | Giugno 2024






TEATRO

Renato Gabrielli, Scrivere per il teatro, Roma, Carocci, 2024

Come si scrive un testo teatrale? Dalla prima idea, attraverso lo studio delle fonti, la stesura di un soggetto, l’impostazione dei personaggi, l’articolazione dello spazio e del tempo scenici e il lavoro sul linguaggio, l’autore propone strumenti pratici e spunti analitici, servendosi di esempi tratti dalla migliore drammaturgia moderna e contemporanea…”

György Spiró, Claire Dowie, Jeton Neziraj, Drammaturgia Europea Contemporanea – Eurodram 2019, Spoleto, Editoria & Spettacolo, 2020

“Drammaturgia Europea Contemporanea – Eurodram 2019 raccoglie i tre testi selezionati dal Comitato italiano di Eurodram nel 2019: Quartetto di György Spiró; Queen Lea R di Claire Dowie; Vergine giurata di Jeton Neziraj.
Eurodram è una rete europea di traduzione teatrale. Lavora con le lingue d’Europa, dell’Asia centrale e del Mediterraneo. Il suo principale obiettivo è diffondere ai professionisti e al pubblico di teatro opere perlopiù inedite…”


LETTERATURA

Rocco Scotellaro, Taccuini (1942-1953), a cura di Franco Vitelli e Giulia Dell’Aquila, Macerata, Quodlibet, 2024

I materiali inediti qui rubricati sotto il titolo Taccuini (1942-1953) portano il ritmo dell’intelligente operosità di Rocco Scotellaro, della fervidissima sua vita politica, intellettuale e letteraria, svoltasi tra fatti e amicizie importanti pur nella sconcertante brevità.
L’inaspettata e precoce morte dello scrittore, gettando una luce di provvisorietà su ogni sua pagina, rende questi frammenti irrinunciabili per la conoscenza di aspetti anche “sottintesi” di un’opera che chiama sistematicamente in causa la nozione del non finito.
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Rocco Scotellaro, I fuochi di San Pancrazio, a cura e con un saggio critico-filologico di Sebastiano Martelli, prefazione di Goffredo Fofi, Macerata, Quodlibet, 2024

«Il futuro del cinema è molto prossimo, poiché il cinema avvince tutte le classi sociali, come l’arte primitiva d’un mondo che è da venire». Così scrive Scotellaro, non ancora ventenne, palesando attrazione e competenze che, aggiunte a motivazioni esistenziali, lo condurranno a cimentarsi con la scrittura filmica già nel 1948, quando Carlo Levi ne richiese la collaborazione per la riduzione cinematografica di Cristo si è fermato a Eboli...”

Rocco Scotellaro, Rocco Scotellaro. Un intellettuale contadino scrittore oltre la modernità. Atti del Convegno internazionale di Studi (Tricarico-Matera, 26-27-28 giugno 2023), a cura di Franco Vitelli, Giulia Dell’Aquila, Macerata, Quodlibet, 2024

Questo volume offre ai lettori gli esiti del Convegno internazionale di Studi intitolato Rocco Scotellaro. Un intellettuale contadino scrittore oltre la modernità, svoltosi tra Tricarico e Matera nel giugno 2023.
Trova qui visibile conferma l’idea che anche nell’oltremodernità l’acribia filologica e l’attenzione ai testi si rivelano determinanti per sempre più approfondite esplorazioni degli elementi del contesto.
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Maria Orsini Natale, Francesca e Nunziata, Palermo, Sellerio Editore, 2024

In un antico mulino a picco sul mare, mosso da un torrente, «di quelle alture della costa amalfitana dove la terra precipita e dirupa in un cielo capovolto», nasce nel 1849 Francesca. Non si sa quanto antico sia il mulino, che è anche pastificio, perché appartiene a un’età senza tempo. Il mondo di Francesca bambina trascorre tra lavoro, allegria e tenero affetto, «come un pollaio col gallo burbanzoso alto e forte»: il nonno pastaio, imponente figura di artigiano, e una casa di sole donne, moglie, figlie e nipoti. Il nonno ha «trasmesso a Francesca il sentimento del loro lavoro», l’arte del fare pasta; e così comincia l’epopea di una famiglia del Sud, da piccoli artigiani a grandi industriali, che va dal 1849 al 1940, tre generazioni che si affermano sullo sfondo di un’Italia in divenire. Con al centro Francesca, donna complessa e imprenditrice poliedrica, che trasmette la propria maestria alla figlia adottiva Nunziata, la più degna della famiglia a ereditarne l’arte...”


STORIA E SOCIETA’

Roberto Balzani, Andare per i luoghi del Risorgimento, Bologna, Il Mulino, 2024

“Per riscoprire come siamo diventati «noi». Dalle piazze Garibaldi ai forti abbandonati, tra lapidi dimenticate e paesaggi incontaminati, si viaggia dentro una storia di solito ricordata solo per capitoletti che, se riannodati, restituiscono a un Paese profondamente diverso il senso della sua unità…”

Ursula Beretta, Maria Vittoria Melchioni, John Kennedy Jr & Carolyn Bessette. Due icone immortali, Bologna, Minerva, 2024

Ci sono nomi nel Pantheon degli dèi americani che brillano più di altri. Tra questi, sicuramente, quelli di John Fitzgerald Kennedy Jr e di sua moglie Carolyn Bessette.
Lui, figlio amatissimo di un presidente leggendario e della donna più ammirata di sempre, avvocato e giornalista, considerato l’uomo più sexy al mondo. Lei, biondissima ed elegantissima wasp, potente Pr di Calvin Klein, travolta da una popolarità non richiesta che l’ha resa, suo malgrado, un’icona di stile. Belli, giovani, ricchi e carismatici, hanno segnato l’ultima decade del secolo scorso con il loro lifestyle, il loro abbigliamento, essendo, semplicemente, loro stessi.
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Antonio Attisani, Lea Melandri, La vita impresentabile. Femminismo e corpo teatro. Un dialogo, Napoli, Cronopio, 2024

“«Mentre i realismi sono autoritari e maschili senza appello, nel grottesco saltano anche le identità di genere e si è fatalmente nel trans. Al limite, il grottesco non si può dire cosa sia, salvo che lì si assiste alla traiettoria delle convenzioni dal nulla al nulla.» (A.A.)
«Per riuscire a dare voce a ciò che resta “impresentabile” della vita, alla “visceralità” e alle ombre che si porta dentro, è necessario prima di tutto far cadere gli steccati che le hanno tenute imprigionate, dare diritto di cittadinanza e di esistenza, come dice Artaud, “ad atti per natura ostili alla vita delle società”.» (L.M.)
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Marco Severini, Public history. Undici anni sul campo, Vicenza, Ronzani Editore, 2022

Public History significa diffondere il sapere storico in maniera non accademica: ce n’è un bisogno crescente perché, da una parte, crescono faziosità e distorsioni e, dall’altra, non sappiamo più come contrastare l’indifferenza e il disinteresse nei confronti della storia. È possibile raccontare e fare storia al di fuori dei circuiti universitari, tra la gente, coinvolgendo gruppi e comunità, associazioni e reti culturali. Il public historian, a differenza dello storico classico, raramente opera da solo, collabora con altre professionalità, si confronta con le istituzioni pubbliche alla ricerca di fondi e finanziamenti per i suoi progetti; questi storici sono dotati di skills trasversali, abbraccianti diverse discipline, per essi il mondo d’internet non rappresenta un tabù e sono abituati a utilizzare diversi metodi di narrazione storica...”


VARIA

Adolfo Ferraro, Segreti, Napoli, Homo Scrivens, 2024

Una Spoon River della coscienza moderna, che rielabora in brevi narrazioni gli infiniti segreti delle persone accanto a noi.Qualcuno pensa che i segreti possano rendere più intrigante la quotidianità dell’esistenza, ma è un’ingenua soddisfazione: spesso sono un fardello psicologico che abbassa la qualità della vita, riaffiorano alla mente nei momenti più imprevisti e ci appesantiscono col loro carico ansiogeno del non detto o dell’indicibile per vergogna...”

Armando Bisogno, Terapie, Padova, De Tomi Editore, 2024

“Terapie” racconta quattro indagini di Andrea Malversi, commissario di Polizia di Fossa Etrusca, in precario equilibrio tra i doveri da poliziotto, le difficoltà di un papà single, la passione per il blues e il legame con amicizie antiche. Un percorso narrativo in cui la pagina scritta si rivela l’unica possibile terapia contro i piccoli, grandi drammi che agitano le quotidianità di tutti, in un intreccio di identità e storie in cui alla fine mai nulla è come sembra...”