POESIE, Raffaele Viviani (presentazione) – di Paola Guida

Sorrento

Giovedì 28 agosto 2014, alle ore 20.00, l’Associazione “Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo”, Guida editore in collaborazione con la Libreria Tasso di Sorrento presentano il volume: Raffaele Viviani, Poesie. Opera completa, a cura di Antonia Lezza(Napoli, Guida, 2010).
Intervento di Antonia Lezza. Letture di Gino Curcione, Lello Giulivo e Tonino Taiuti.

Libreria Tasso, Piazza Angelina Lauro, 18/19 – Sorrento.

Recensione della presentazione

La Libreria Tasso accoglie Viviani
La Napoli popolare dialettale liberata nella tenzón poetica di Raffaele Viviani

Grazie pe’ l’accuglienza:
ché dopo una lunga assenza
all’apparire della mia presenza…

A Sorrento ospiti di Stefano ed Angela Di Mauro della Libreria Tasso, nell’ambito della Rassegna “Giovedì d’autore”, partecipiamo alla presentazione del volume Raffaele Viviani, Poesie. Opera completa, a cura di Antonia Lezza, professore di Letteratura italiana e di Letteratura teatrale presso l’Università degli Studi di Salerno, nonché fondatrice e presidente del Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo.
La libreria che porta il nome dell’insigne poeta cinquecentesco del poema eroico, è giovane sorella dell’omonima maggiore dislocata nello storico Schizzariello ed occupa uno spazio moderatamente ampio e moderno sotto i portici di piazza Lauro.
Pareti bianco foglio inchiostrate in alto con citazioni murali; lungo tutto il perimetro parapettate dagli scaffali, arnie contenenti il miele della cultura planetaria: i nostri amati libri. Nell’area centrale la colonna portante di forma quadrangolare attira l’attenzione per la sua originale compostezza, così com’è, blindata tra le effigi fotografiche dei volti dei Nobel della letteratura mondiale, e lo stuolo di post-it giallo pastello; ultramoderne missive contenenti pensieri brevi e preferenze letterarie, immancabilmente autografate ognuna dalla mano del popolo dei visitatori migranti. Sulla sinistra e in fondo, una trilogia di nuvola, sole e luna campeggiano sull’area adibita alla narrativa per l’infanzia e per l’adolescenza; proscenio allo spazio dove si concentrerà la presentazione e la successiva performance di Gino Curcione, Lello Giulivo e Tonino Taiuti.
La presentazione ha inizio. Antonia Lezza introduce non il suo operato, quanto l’opera poetica: «di un autore difficile, irregolare, autodidatta, che merita un posto importante nella storia della cultura teatrale italiana ed europea», apprezzato da Massimo Gorki, da Paolo Buzzi, ignorato da Croce, riconosciuto come “poeta realista e verista” da Pier Paolo Pasolini.
Il volume rappresenta il più concentrato sforzo di rendere in organica unità la produzione in versi di Raffaele Viviani. Un’opera che conserva, sostiene e alimenta parte del progetto di amore per l’arte, e di vita nell’arte, che fu intimamente coltivato dallo stesso autore, il quale come leggiamo in alcune pagine: «si dedicò costantemente alla creazione di testi lirici lungo il corso della sua intensa vita», sostenuto da un: «indiscutibile bisogno di divulgare», e, con l’urgenza: «di presentare le poesie in modo compiuto e ben strutturato», a tal fine pubblicando in vita, non appena più di settant’anni fa, due successive raccolte di poesie.
La studiosa vivianista, come si legge nella nota introduttiva del volume, e come lei stessa ribadisce al pubblico, affronta il lavoro avendo preventivamente curato in collaborazione con il musicologo Pasquale Scialò, l’edizione completa del teatro, in sei volumi per Guida editori, costituita da versi, prosa e musica.  
Ebbene, con la competenza e la dedizione che la contraddistinguono, Antonia Lezza rivisita: «le impostazioni metodologiche e le scelte contenutistiche» operate dai curatori negli anni a seguire la scomparsa di Viviani, individuando le lacune parziali, punti di forza, incongruenze, retroscena editoriali, passaggi analitici, problemi di interpretazione esegetica, contenutistica e formale, che hanno richiesto necessariamente un riassestamento critico generale ed una più accurata e rigorosa opera di trascrizione.
Per meglio dire, lavorando sul complesso esistente del «sistema grafico peculiare impiegato da Viviani, la professoressa analizza.., interviene.., adotta.., rispetta.., limita.., conserva.., sostituisce.., usa.., disciplina…il verso. Con rigore metodologico restituisce nella trascrizione della parola il preciso rapporto tra il segno scritto e la sua corrispondente intonazione lirico-vocale. Ulteriormente correda la silloge di un’appendice, di una cronologia, di note al testo, di note-glossario che costituiscono dei veri e propri bibelot esplicativi di: vocaboli, polisemie, allusioni, allocuzioni, metafore, modi di dire di un idioma dialettale dalla potenza espressiva ineludibile.
Tale forza espressiva non è solo citata, quanto testimoniata dalla estemporanea lettura-parlata-intonata-recitata degli attori Gino Curcione, Lello Giulivo e Tonino Taiuti, sinergicamente accomunati nel proposito di portare avanti questo nostro preziosissimo autore, poeta, saggista, intellettuale. Interpreti straordinari della lingua dialettale e con all’attivo una carriera artistica significativa, Gino Curcione, Lello Giulivo e Tonino Taiuti ci convincono ancora una volta offrendoci un composé di liriche scelte tra le più belle e linguisticamente versatili del repertorio, omaggiando la città che li ospita con una prima crepuscolare Surriento ’e notte.
Come sincronici compagni di giocolerie si alternano nello spazio umorale della parola, proiettando e roteando il timbro vocale nella tenzón poetica di ’E ccose ’mpruvvisate, Erosimo, Fravecature, Guaglione, ’Ngiulina, Ommo ’e vino, ’O malamente, ’O pesce Nicolò, ’O Santuario, ’O Tammurraro, Primitivamente, Sanguetta, So’ Bammenella ’e copp’ ’e Quartiere. Tra una passaggio e l’altro di versi, si pungolano divertiti, sollecitando l’interesse del pubblico. Infine una sorpresa polifonica che libera definitivamente l’intrinseca e connaturata musicalità vivianea: la Rumba degli scugnizzi intonata a cappella dai tre interpreti cant’attori, sostenuta solo dallo straniero plauso percussivo di un paio di nacchere e di un piccolissimo shaker agitato nel pugno di Giulivo.
Si conclude così una bellissima serata; ma la ricerca sul patrimonio Viviani non si è ancora conclusa, e ci piace immaginarlo nel mentre, ammiccando sorridente da un angolo della copertina, e sollevando dal capo l’elegante borsalino in gesto di cordiale saluto, si allontana sottobraccio ai suoi fedeli ospiti e cultori, intonando poche rime, memore, come ribadisce Antonia Lezza: «di aver rappresentato una pagina importantissima della nostra cultura meridionale».

Paola Guida