“IL FIORE CHE TI MANDO L’HO BACIATO” IN SCENA A MAIORI ED EBOLI
Due repliche per lo spettacolo
IL FIORE CHE TI MANDO L’HO BACIATO
dal carteggio 1913 -1915
tra Stamura Segarioli e Francesco Fusco
Con
Anna Rita Vitolo
Regia
Antonio Grimaldi
Scrittura Scenica e Drammaturgica
Elvira Buonocore
Anna Rita Vitolo
Antonio Grimaldi
Missaggio Sonoro
Cristina Milito Pagliara
La costruzione dello spettacolo, che rimaneggia drammaturgicamente e scenicamente un materiale inedito di contenuto storico custodito presso la Biblioteca del Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo, è stata fortemente incoraggiata da Rosa Fusco, nipote ed erede di Stamura, e da Antonia Lezza, presidente dell’associazione.
SABATO 24 NOVEMBRE
ore 20:45
Auditorium “L’Incontro”
Via Capitolo – Maiori
Ingresso gratuito
Info e prenotazioni:
3298268957
Evento organizzato all’interno della
Stagione Teatrale Enzo Sarno Città di Maiori
DOMENICA 25 NOVEMBRE
Ore 19,30: Buffet di accoglienza
Ore 20,00: Rappresentazione teatrale
MOA
Museum of Operation Avalanche
Via S. Antonio, 5 – Eboli
Info prenotazioni:
info@moamuseum.it
0828 332794 *392 4670491 * 333 1221385 * 320 3715486
Spettacolo + buffet euro 10
L’evento è stato organizzato in collaborazione con Mo’ Art, Monochrome Art, Sophis e con il patrocinio del Comune di Eboli.
NOTE DI REGIA
“Lettere sigillate. Custodite. Nascoste. Imbustate.
Un mezzo antico, raro.
Fortunati allora siamo, se tra le mani ci capitano quelle del passato.
E se “ci capitano” è perché esistono i conservatori, i nostalgici, i romantici.
Una corrispondenza amorosa accompagna la storia che ora si narra.
La guerra che scrive alla pace e la cerca, dalle trincee del primo conflitto al tormento di un amore a distanza. Le lettere tenevano in piedi una storia, di suggestioni e ricordi mai vissuti, e speranze e abbracci immaginati e gelosie, finché dopo cento anni, restano la voce e il palco.
Francesco medico tenente dell’esercito non sposò mai Stamura.
Egli morì prima di tornare dal fronte, mentre un figlio fece beffa al tempo e alla morte. Lettere fatte di luoghi, di timbri e di censure. Lettere di fiori, di corpi, d’amore e nascita. Fino a noi. E allora può accadere che una storia personale e familiare, possa diventare memoria collettiva.
Nato in occasione delle Celebrazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale , lo spettacolo porta alla luce le microstorie di cui ogni tragedia, anche odierna, è fatta. Frammenti di vita che, aldilà del tempo, ci appartengono.
Questo racconto parte dalla volontà della nipote Rosa Fusco e su iniziativa dell’Associazione culturale “Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo” (presieduta da Antonia Lezza), presso la cui Biblioteca è custodito il materiale documentario inedito degli eredi Fusco”.